Nell’ambito della rassegna “Conversazioni sul futuro”, Amerigo Verardi presenta “Il semplice automatismo dei desideri”, in dialogo con Simona Cleopazzo e Stefania Zecca, curatrici della collana di poesia “Prose minime” di Collettiva edizioni indipendenti.
Il libro
Nel suo nuovo libro, Amerigo Verardi ci consegna un grande flusso di coscienza. Fedele, per forma e contenuti, alla corrente della Beat Generation, il testo è quasi del tutto privo di punteggiatura: il punto non separa né interrompe il discorso, ma ne segue le virate, si fa ponte del pensiero. Ampio è il raggio d’azione entro il quale si muove l’autore: la denuncia sociale, le guerre, le contraddizioni delle religioni, le altezze e le miserie dell’umano.
Calato nella quotidianità, ne intercetta i gesti fallati, non senza una punta di sarcasmo. Ma è anche un Verardi intimo quello che emerge, nei ricordi vissuti, nei sentimenti che affiorano, nelle crepe che racconta: “non è di medicine che siamo fatti ma è di chimica che abbiamo bisogno”. Tema portante è la spiritualità, che non viene restituita come dimensione astratta, ma come gesto quotidiano: Il semplice automatismo dei desideri, appunto. Non un automatismo del possesso o del piacere, ma un moto dettato dal cuore, libero dalla logica e dal tornaconto: “l’ingegno di un cuore enorme il semplice automatismo dei desideri andare felici verso un ammaraggio di fortuna se tu sei se io sono”.
L’automatismo diventa così coscienza, spontaneità del fare che si trasforma in rito quotidiano, ancora e al tempo stesso eleva, perché radicato nell’essere. È qui la chiave della spiritualità alla quale tende il poeta. Nel ritmo e nell’urgenza del dire si può ravvisare un’eco dell’Urlo di Allen Ginsberg. Il libro è suddiviso in quattro sezioni, più una, denominate secondo le ere induiste: Età dell’Oro (Satya Yuga), Età dell’Argento (Treta Yuga), Età del Bronzo (Dvapara Yuga), Età del Ferro (Kali Yuga), per poi tornare, nell’ultima parte, nuovamente all’Età dell’Oro, a chiudere il cerchio. Un approdo, un
auspicio.
L’autore
Amerigo Verardi (Brindisi, 9 settembre 1965) vanta una carriera pluridecennale come musicista e autore di canzoni, iniziata a soli vent’anni come leader degli Allison Run, band di culto apprezzata in tutta Italia e persino in Inghilterra. Successivamente fonda i Lula, il cui album Da dentro viene inserito dalla rivista specializzata Il Mucchio Selvaggio tra i cento migliori dischi rock italiani di sempre. Con lo pseudonimo Lotus pubblica il singolo Io sono il re, che entra nella Top 40. Nel corso della sua carriera riceve numerosi riconoscimenti nell’ambito della musica indipendente – tra cui il Premio MEI come miglior produttore artistico nel 2004 – e collabora con alcuni dei nomi più importanti della scena rock italiana e internazionale, tra cui Manuel Agnelli, Carmen Consoli, Baustelle, Natalie Merchant, Federico Fiumani e Virginiana Miller. Grandi consensi di critica accompagnano i suoi più recenti album solisti, Hippie dixit e Un sogno di Maila, mentre nel 2021 si aggiudica il Premio MEI-PIMI come Miglior artista indipendente. Nel 2025 pubblica il singolo dalle forti tinte politiche Matteotti di nome. Come scrittore ha firmato due raccolte di poesie: Scherzi. Improvvisi. Notturni. (Brundisium.net Editore, 2016) e Il semplice automatismo dei desideri (Collettiva edizioni indipendenti, 2025).
Fiorella De Luca
3 mesi faLocale accogliente e in posizione ottimale. Simone, il proprietario, è persona unica e ti fa sentire a casa. Non credo ci siano in città luoghi simili. È una libreria, ma sarebbe restrittivo definirla così.
Francesco Sergi
3 mesi faLe officine culturali Ergot si rivela essere un posto accogliente che si presta a usi diversificati. Si spazia dalle serate musicali a incontri culturali a spettacoli teatrali. Completa il tutto la figura di Simone, che si rivela essere un ottimo proprietario di "casa".
Genni Castrignanò
3 mesi faOfficine culturali molto belle, libreria ben fornita, si trovano libri - chicche! Eventi davvero interessanti. Complimenti! Il mio posto preferito a Lecce
rocco bocco
9 mesi faLa Location molto accogliente è probabilmente il frutto della voglia di ben figurare da parte dei loro gestori. Situate nel pieno centro storico di Lecce, il restauro degli interni, sapientemente rinnovati, confluiscono la percettibile aureola di arte e cultura. Ho avuto modo di visitarle in occasione della presentazione di un libro di arte fotografica, al cui evento hanno saputo conferire la giusta atmosfera. Complimenti a voi
Francesco Abatescianni
4 mesi faIl live degli Hesediel, gruppo metal; Semplicemente fantastici.