• 20/06/2025
    Data evento:
  • 08/12/2025
    Fine dell'evento:

Tra le 46 città italiane riconosciute di antica e affermata tradizione ceramica dal Consiglio nazionale ceramico del Mise, Monreale ospita la mostra “Da Picasso a Warhol. La ceramica dei grandi artisti”. La rassegna, promossa dal Comune attraverso l’assessorato ai Beni culturali in collaborazione con la società produttrice Renaissance srl, è curata da Vincenzo Sanfo.

L’esposizione, allestita nella Sala Novelli del Complesso Monumentale normanno Guglielmo II, che gode del patrocinio dell’Ars (Assemblea regionale Siciliana), aprirà al pubblico il 20 giugno e sarà visitabile sino all’8 dicembre.

In un percorso imperniato su 7 temi: Un percorso storico; Cina, tra poesia e contestazione; Latino America e la forma del colore; Presenze italiane; Concettuale d’autore; La gioia della Pop Art; La ceramica al femminile, la mostra presenta circa 100 opere realizzate da 60 artisti, provenienti da collezioni private, in ceramica, terracotta e porcellana, che prendono la forma di piatti, brocche, tazze, sculture e oggetti decorativi.

Con una varietà di riferimenti, profondamente personali o vicini a correnti artistiche, la rassegna si presenta come una antologica senza confini né geografici né stilistici, che ripercorre l’approdo della ceramica, tradizionalmente collocata nel campo dell’artigianalità, al campo dell’arte e della sperimentazione linguistica. Si parte dalla svolta impressa da Pablo Picasso a metà del 1900, quando iniziò a frequentare Vallauris in Francia, avvicinandosi alla produzione della ceramica del luogo.

La grande produzione di ceramiche firmata da Picasso, per un totale di oltre tremila pezzi prodotti dalla fabbrica di Madoura in Costa Azzurra, influenzò, infatti, le generazioni successive di artisti abitualmente dediti ad altre forme di arte, come la pittura, quindi non ceramisti puri. Si va, così, dalle avanguardie storiche di Sonia Terk Delaunay e Marc Chagall, a quelle di Andy Warhol e di Salvador Dalì: il primo, con la rappresentazione delle inquietudini e ironie della cultura di massa della Pop Art, l’altro, con la rappresentazione del sogno surrealista trasferito nella ceramica.

Tra i differenti approcci all’arte fittile e della ceramica d’autore, Salvatore Fiume, Luigi Mainolfi, Marco Lodola e Marco Nereo Rotelli rappresentano, in questa mostra, la complessità della ricerca plastica italiana, mentre le esperienze femminili di Marina Abramović, Yayoi Kusama, Louise Bourgeois, Paola Gandolfi e Jenny Holzer testimoniano un approccio radicale, preciso e consapevole all’arte della ceramica, con precise connotazioni personali.

L’esposizione si pone anche come panoramica ampia sull’arte e i contributi che tanti artisti ad ogni latitudine hanno portato nella millenaria realizzazione e decorazione dell’oggetto in ceramica. Diversi, in questa rassegna, gli artisti e le artiste che hanno conciliato la propria ricerca e il proprio stile con il radicamento territoriale, come espresso dai cinesi Ai Weiwei, Pan Lusheng, Zhang Hong Mei e Xu De Qi, ma anche dagli artisti sudamericani, come Nicolás Leiva, Darío Ortíz, Gustavo Aceves e José Bedia, che riattivano il mito e il simbolo nelle loro opere, rifacendosi alle antiche tradizioni Maya e Azteca, e Julio Le Parc che, invece, applica alla ceramica le sue ricerche sulla luce e percezione ottica.

Originale ancora, infine, il contributo proposto dagli artisti del Nord America, Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Sol LeWitt, che affrontano il medium ceramico come spazio di traduzione di una poetica già consolidata, i primi due nella Street Art, e LeWitt nell’arte concettuale e nel movimento minimalista.

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4,5
26.259 recensioni
  • Rosanna Cavazzocca
    Rosanna Cavazzocca
    2 settimane fa

    Coda alla biglietteria con un solo sportello aperto! Gli appartamenti reali mi hanno un po' deluso, anche se indubbiamente alcune sale sono notevoli! La Cappella Palatina, che fortunatamente avevo già visitato lo scorso anno, è in restauro e si gode molto poco della sua magnificenza!

  • Lauretta Costa
    Lauretta Costa
    un mese fa

    Esperienza molto bella e suggestiva. Abbiamo fatto biglietto includendo anche la mostra di Elliott Ewitt (fino a novembre 2025).Il Palazzo dei Normanni o Palazzo Reale è unico e vale senz'altro una visita,anche senza guida arriva al cuore. Imponente e maestosa è la Cappella Palatina al primo piano. Il giardino reale è curatissimo e ha alberi ficus secolari. L'itinerario archeologico del palazzo reale è altrettanto interessante e ben tenuto. Consiglio assolutamente di programmare una visita magari facendo biglietto online per evitare lunghe code.

  • Andrea Carrara
    Andrea Carrara
    una settimana fa

    Il Palazzo Reale o dei Normanni si trova a Palermo, ed è la più antica residenza Reale d’Europa. Ancora visibili, nei sotterranei visitabili, i resti dei primi insediamenti punici, ma la prima parte costruita risale alla dominazione araba nel IX secolo. I Normanni in seguito trasformarono il Castello nel centro nevralgico della loro monarchia e realizzarono quattro torri collegate tra loro da portici e giardini. Si deve a Ruggero II la costruzione di una magnifica cappella interna al palazzo, la “Cappella Palatina”, dedicata ai santi Pietro e Paolo e consacrata nel 1140. Il complesso era collegato in origine alla Cattedrale da una via coperta. Nel 1556 dopo la demolizione delle torri e il rifacimento dell’imponente facciata divenne dimora dei Vicerè spagnoli. Oggi il Palazzo svolge un’importante funzione direttiva, essendo sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.

  • Francesco Cammarata

    Il palazzo è molto bello. Peccato che in questo periodo gli appartamenti reali siano aperti solo da giovedì a sabato. Peccato che nella cappella palatina parte della sala fosse in restauro. Insomma bello ma per quello che siamo riusciti a vedere.

  • Lorenzo Spinosi
    Lorenzo Spinosi
    un mese fa

    Sicuramente uno dei luoghi più belli da visitare di Palermo, sede della regione Sicilia e soprattutto un centro culturale vivo è ricco di mostre e di storia. La cappella Palatina, patrimonio dell’UNESCO è veramente un posto unico che lascia senza fiato. Anche il giardino del palazzo merita una visita attenta.

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